Ricorda, al mondo c'è solo omicidio. Non esiste suicidio.
Ho capito che nella vita ci sono tante vite, per quante volte in vita abbiamo amato.
L'unica cosa che valga sul serio è la tenerezza.
Bisogna osservare bene questo: ai nostri tempi il suicidio è un modo di sparire, viene commesso timidamente, silenziosamente, schiacciatamente. Non è più un agire, è un patire.
Il suicidio dimostra che ci sono nella vita mali più grandi della morte.
Se perdessi tutto sono sicuro che finirei come Ernest Hemingway o Romain Gary. Il suicidio è una cosa da grandi uomini.
L'uomo che pone fine ai suoi giorni mostra meno il vigore della sua anima che il fallimento della sua natura.
Se il corpo non assolve più le sue funzioni, non è meglio liberare l'anima dalle sue sofferenze? E forse bisogna agire un po' prima del dovuto perché, arrivato il momento, non ci si trovi nell'impossibilità di farlo; il pericolo di vivere male è maggiore del pericolo di morire presto.
Già domani milioni di persone mi malediranno; ma è questo che ha voluto il destino.
Che fa sabato sera? - Occupata. Devo suicidarmi. - Allora venerdì sera?
E' ottimista. Crede che dipenda da lui quando vuole suicidarsi.
Senza la possibilità del suicidio avrei potuto uccidermi molto tempo fa.
Coloro che decidono per il suicidio sono uomini che hanno perduto la loro immagine, che hanno incontrato uno specchio in frantumi, che non possono più riconoscersi in nulla. Sono stati spogliati della loro stessa immagine.