Chi può, fa. Chi non può, insegna.
Il punto di vista secondo cui il credente sarebbe più felice dell'ateo è assurdo tanto quanto la diffusa convinzione che l'ubriaco è più felice del sobrio.
Gli inglesi non hanno rispetto per la loro lingua, e non insegnano ai loro figli a parlarla.
La minoranza qualche volta ha ragione, la maggioranza ha sempre torto.
Non è che abbiamo perso la fede: l'abbiamo semplicemente trasferita da Dio alla professione medica.
La schiavitù umana ha toccato il punto culminante alla nostra epoca sotto forma di lavoro liberamente salariato.
L'idea che si possa insegnare senza difficoltà deriva da una rappresentazione idealizzata dello studente. Il buon senso pedagogico dovrebbe rappresentarci il somaro come lo studente più normale che ci sia.
Lunga è la via dell'insegnare per mezzo della storia, breve ed efficace per mezzo dell'esempio.
Insegna più una sola creatura che cento.
Si insegna alle persone come ricordare, non s'insegna mai loro come svilupparsi.
L'arte di insegnare consiste tutta e soltanto nell'arte di destare la naturale curiosità delle giovani menti, con l'intento di soddisfarla in seguito. Per digerire il sapere, bisogna averlo divorato con appetito.
In definitiva, ha qualcosa da insegnare solo chi non vuole insegnare.
Durante i miei nove anni alle scuole superiori non sono riuscito a insegnare niente ai miei professori.
Bisogna insegnare agli uomini avendo l'aria di non insegnare affatto, proponendo loro cose che non sanno come se le avessero soltanto dimenticate.
Chi insegna che non la ragione, ma l'amore sentimentale deve governare, apre la strada a coloro che governano con l'odio.