Ciascuno è ciò che ama. L'amore si tramuta a somiglianza di ciò che ama. Se ama il paradiso, diventa celestiale; se ama il carnale fino a divinizzarlo, diventa corruttibile.
— Fulton J. Sheen
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La nostra interpretazione
L’identità profonda di una persona si forma attorno a ciò che il suo cuore desidera con più intensità. L’oggetto dell’amore non rimane mai esterno e neutro, ma lentamente modella pensieri, scelte, abitudini e persino il modo di guardare il mondo. Se l’attenzione interiore è rivolta a ciò che è alto, spirituale e luminoso, l’essere umano tende a elevarsi, a diventare più libero, più orientato a ciò che non passa. L’amore, in questo caso, apre e dilata, rende più simile a una realtà considerata bella e degna, fino a trasformare la persona in qualcosa di armonico con quel bene cercato.
Quando invece l’affetto si concentra in modo esclusivo e disordinato su ciò che è immediato, materiale o istintivo, l’animo vi si appiattisce sopra. L’individuo finisce per ridurre se stesso alla sola dimensione dei desideri momentanei, diventando fragile, esposto alla corruzione e al disincanto. L’adorazione del possesso, del piacere o del successo impoverisce lo sguardo interiore e rende l’io più vulnerabile alle crisi, perché tutto ciò che è puramente sensibile è destinato a consumarsi. La scelta di che cosa amare non è quindi un dettaglio emotivo, ma un atto decisivo che definisce la direzione e la qualità stessa dell’esistenza. In ultima analisi, la dignità e la statura morale di una persona si misurano da ciò a cui sceglie di somigliare attraverso l’amore.
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