Esiste una "morale dei signori" e una "morale degli schiavi".— Friedrich Nietzsche
Esiste una "morale dei signori" e una "morale degli schiavi".
Definisco il cristianesimo l'unica grande maledizione, l'unica grande e più intima depravazione, l'unico grande istinto della vendetta, per il quale nessun mezzo è abbastanza velenoso, furtivo, sotterraneo, meschino lo definisco l'unica immortale macchia d'infamia dell'umanità.
Mentre l'uomo nobile vive con fiducia e schiettezza davanti a se stesso, l'uomo del ressentiment non è né schietto né ingenuo né onesto e franco con se stesso.
Ciò che non mi distrugge mi rende più forte.
L'architettura è una specie di oratoria della potenza per mezzo delle forme.
Un mezzo sicuro per irritare la gente e metterle in testa pensieri cattivi è quello di farla aspettare a lungo. Ciò rende immorali.
Ogni uomo, secondo la sua opinione, costituisce un'eccezione alle ordinarie regole della moralità.
La morale è ciò che resta della paura quando la si è dimenticata.
Predicare la morale è facile, difficile motivarla.
Non esistono affatto fenomeni morali, ma soltanto una interpretazione morale di fenomeni.
La moralità è ciò che, pur senza essere osceno, offende grossolanamente il mio senso del pudore.
Occorre costringere le morali a inchinarsi soprattutto dinanzi all'"assetto gerarchico", occorre mettere di fronte alla loro coscienza la loro presunzione finché non giungano concordemente a rendersi conto che è "immorale" dire: "Quel che è giusto per uno deve essere giusto per l'altro".
Le morali non sono nient'altro che un "linguaggio mimico delle passioni".
La morale è la spina dorsale degli imbecilli.
La morale moderna consiste nell'accettare le regole del tempo. Io penso che per ogni uomo colto, accettare le regole del suo tempo sia la immoralità più grossolana.
Nella morale come nell'arte, nulla è dire, tutto è fare.