Esiste una "morale dei signori" e una "morale degli schiavi".
Vivere in modo tale che tu abbia bisogno di desiderare di rivivere, questo è il tuo dovere.
Quando la virtù ha dormito, si alza più fresca.
Ci si deve pur amare quando non ci si può sfuggire.
La pretesa di essere amati è la più grande delle presunzioni.
Parlare molto di sé può anche essere un sistema per nascondersi.
La morale non ha niente di divino, è una facenda puramente umana.
La moralità non è propriamente la dottrina del come renderci felici, ma di come dovremo diventare degni di possedere la felicità.
Il nostro amore, la nostra disposizione al sacrificio e all'abnegazione di noi stessi fruttificano solo se portati nei rapporti con i nostri simili. La moralità non può vivere e fiorire che nella vita pratica. Noi siamo responsabili anche per gli altri.
La moralità è l'istinto del gregge nel singolo.
La morale è la tendenza a buttare via il bambino con l'acqua del bagno.
Prima viene lo stomaco, poi viene la morale.
In tutto c'è una morale, basta trovarla.
La morale è semplicemente l'atteggiamento che adottiamo nei confronti di individui che, personalmente, non ci piacciono.
Fino ad ora, sulla morale ho appreso soltanto che una cosa è morale se ti fa sentire bene dopo averla fatta, e che è immorale se ti fa star male.
Ogni uomo, secondo la sua opinione, costituisce un'eccezione alle ordinarie regole della moralità.