Predicare la morale è facile, difficile motivarla.
Gli avvenimenti della nostra vita sono come le immagini del caleidoscopio nel quale ad ogni giro vediamo una cosa diversa, mentre in fondo abbiamo davanti agli occhi sempre la stessa.
Il credente non si lascerebbe strappare la sua fede né tramite argomentazioni né tramite proibizioni. E se anche la cosa riuscisse nel caso di qualcuno, sarebbe una crudeltà. Chi per decenni ha preso sonniferi, naturalmente non può dormire se ne viene privato.
La religione può venir paragonata ad uno che prende per mano un cieco e lo guida dove questi non può vedere, nel qual caso l'essenziale è che il cieco raggiunga la propria meta, e non ch'egli veda ogni cosa.
La gloria, quanto più dovrà durare, tanto più tardi giungerà.
Il denaro è la felicità umana in abstracto; perciò colui che non è più capace di goderla in concreto, si attacca con tutto il cuore alla felicità in abstracto.
Fino ad ora, sulla morale ho appreso soltanto che una cosa è morale se ti fa sentire bene dopo averla fatta, e che è immorale se ti fa star male.
Dovunque vi sia una classe dominante, la morale del paese emana, in buona parte, dai suoi interessi di classe e dai suoi sentimenti di superiorità di classe.
Prima viene lo stomaco, poi viene la morale.
La moralità consiste nel sospettare gli altri di non essere legalmente sposati.
Esiste una "morale dei signori" e una "morale degli schiavi".
Non si può dire che un'atmosfera di alta moralità sia molto propizia alla salute, o alla felicità.
I precetti morali sono spesso volti ad assodare il potere della classe dominante, spessissimo a temperarlo.
La morale è la cattiva ipocrisia dell'invidia.
Per il momento, riguardo alla morale, so soltanto che è morale ciò che mi fa sentir bene, e immorale ciò che mi fa sentir male dopo che l'ho fatto.
Con gli anni la moralità in genere migliora, quel che lascia a desiderare è l'immoralità.