È impossibile rinunciare alla felicità, si può solo se non la si è mai conosciuta.
A volte, mentre passeggio, mi viene voglia di andare in una libreria. Entrare e trascorrere del tempo, prendendo ogni tanto un libro in mano, mi rilassa. Mi fa stare bene. Mi fa sentire sempre un po' più intelligente e interessante di come sono realmente.
Ci sono momenti in cui la vita regala attimi di bellezza inattesa. Smetti di fare una cosa e ti accorgi che attorno a te tutto è perfetto, il dono di un Dio meno distratto del solito.
Più una persona sta bene da sola, e più acquista valore la persona con cui decide di stare.
Non sforzarti di essere ciò che non sei, ma lotta per rimanere ciò che sei.
Magari in una storia di cinque anni si è stati innamorati e ci si è amati solamente per due, o tre, o quattro. Per questo la qualità di una storia non può essere misurata dalla durata. Non conta il quanto, ma il come.
La felicità è costituita da una salute di ferro e da una memoria corta.
La felicità è un vino prezioso, che sembra insipido a un palato volgare.
Il difetto peggiore di un carattere troppo indeciso e troppo disposto a cedere è che rifiuta qualsiasi influenza costante, nessuna impressione è mai duratura e chiunque può fargli mutar parere. Chi vuole la felicità impari ad avere opinioni salde.
La vera felicità dell'uomo sta nell'accontentarsi. Chi sia insoddisfatto, per quanto possieda, diventa schiavo dei suoi desideri.
Così non viviamo mai, ma speriamo di vivere, e preparandoci sempre a essere felici è inevitabile che non lo siamo mai.
Nessun uomo è felice, da sposato, se deve bere del gin peggiore di quello che era solito bere da scapolo.
La felicità consiste nell'ignoranza del vero.
Nulla è più inabitabile di un posto dove siamo stati felici.
Si può essere felici senza mai smettere di essere tristi.
Proprio la cosa più piccola, più sommessa, più lieve, il fruscio di una lucertola, un soffio, un guizzo, uno sbatter di occhi. Di poco è fatta la miglior felicità.