È meglio diventare saggi per le disgrazie degli altri che per le tue proprie.
Non contare i tuoi polli prima che siano usciti dall'uovo.
Uno viene giudicato in base agli amici che si sceglie.
La favola insegna che quelli che tradiscono l'amicizia, anche se riescono a sfuggire alla vendetta delle vittime, per l'impotenza di queste, non possono in ogni caso sfuggire alla punizione del cielo.
Un pettegolezzo calunnioso non svanisce mai del tutto, se molti lo ripetono: anche la calunnia è una specie di divinità.
Gli dei aiutano quelli che si aiutano.
Il saggio è puro, ma non puritano; retto, ma non rigido.
Gli uomini retti sono onore e ornamento della città, del corpo lo è la bellezza, dell'anima la saggezza, dell'azione la virtù, del pensiero la verità.
Tutti siamo capaci di inventare il futuro, ma solo chi è saggio può creare il (proprio) passato.
L'inizio della saggezza si trova nel dubbio; col dubitare noi perveniamo alla domanda, e col cercare possiamo arrivare alla verità.
I nemici della saggezza convenzionale non sono le idee ma la marcia degli eventi.
Per i difetti degli altri il saggio corregge i propri.
Credo che si diventi quel che nostro padre ci ha insegnato nei tempi morti, mentre non si preoccupava di educarci. Ci si forma su scarti di saggezza.
Istruzione: ciò che rivela al saggio e nasconde allo stupido, i limiti delle loro vaste conoscenze.
Non può essere fortezza d'animo dove non è sapienzia.
Troppo spesso la saggezza è la prudenza più stagnante.