È una cosa profittevole, se uno è saggio, sembrare folle.
La saggezza si conquista attraverso la sofferenza.
Alle fortune che già brillano, fortune s'aggiungono.
È nel carattere di pochi uomini onorare senza invidia un amico che ha fatto fortuna.
Umane sventure certo possono agli umani toccare; e molte sventure ai mortali vengon dal mare e molte poi dalla terra, se il tempo di vita in là si prolunghi.
Non conviene che il debole abbia lingua audace.
Non si trova la saggezza perché la si cerca. È il frutto di molte realizzazioni, e d'un tratto semplicemente emerge, facilmente e senza sforzo.
Il saggio è autosufficiente non nel senso che vuole essere senza amici, ma che può stare senza amici; e questo "può" significa che, se perde un amico, sopporta con animo sereno.
È sapiente invano il sapiente che non sa giovare a sé stesso.
Saggio è colui che rende monotona l'esistenza, perché allora ogni piccolo accidente possiede il privilegio della meraviglia.
In politica i saggi non fanno conquiste; la stessa massima vale in amore.
La saggezza non arriva necessariamente con l'età. A volte l'età rivela semplicemente tutto da se stessa.
La saggezza consiste nel sapere quando si può evitare la perfezione.
È ancor più breve di un "no" il silenzio del saggio ad una richiesta.
Ogni saggezza è già stata pensata. Bisogna solo cercare di pensarla ancora una volta.
Noi diventiamo saggi non col ricordare il nostro passato, ma con la responsabilità per il nostro futuro.