Il presente è la sola conoscenza che serve. L'uomo non ci sa stare nel presente.
Ho scritto i libri che non ha scritto, ho scalato le montagne che avrebbe voluto. Sono suo figlio perché ho ereditato i suoi desideri. Non si eredita il granaio, la casa, ma la penuria, il compito lasciato, la provvista mancata.
A valle, nelle città, le parole sono aria viziata, escono dalla bocca straparlate, non portano conseguenze. ce le teniamo in bocca, costano energia e calore, usiamo le necessarie, e quello che diciamo poi facciamo. Quassù le parole stanno in pari con i fatti, fanno coppia.
Non abbattemmo il tiranno, ma il suo castello dentro di noi.
Non esiste per me un livello più alto della parola dono: da vita a vita.
I ciechi hanno un grandangolo nella memoria, un'apertura più vasta di quella perduta. Ricordano un mondo più grande e si trovano in uno più piccolo contro cui vanno a sbattere di continuo.
Si volge ad attendere il futuro solo chi non sa vivere il presente.
Sapevo che se avessi distolto lo sguardo dal presente mi avrebbe assalito la tristezza.
Noi viviamo in un momento della storia dove il cambiamento è così accelerato che iniziamo a vedere il presente solo quando sta già iniziando a scomparire.
I bambini si godono il presente perché non hanno né un passato né un futuro.
Le decisioni del nostro passato sono le fondamenta del nostro presente.
Estremamente breve e travagliata è la vita di coloro che dimenticano il passato, trascurano il presente, temono il futuro: giunti al momento estremo, tardi comprendono di essere stati occupati tanto tempo senza concludere nulla.
Mentre ci accorgiamo del presente, esso è già passato.
Quando arriva il tempo in cui si potrebbe, è passato quello in cui si può.
Molto tempo fa questo era il nostro futuro.
Chi non è in grado di vivere il presente, è in balia del futuro.