Il mare non è una pianura nella burrasca, ma una salita piena di fossi.
I desideri dei bambini danno ordini al futuro.
La felicità è un agguato. Si viene presi alla sprovvista e forse è meglio così.
Non c'è ritorno, pensavo, questo viaggio manca di simmetria, è solo andata.
L'infanzia smette ufficialmente quando si aggiunge il primo zero agli anni. Smette ma non succede niente, si sta dentro lo stesso corpo di marmocchio inceppato dalle altre estati, rimescolato dentro e fermo fuori.
"Adda tene' pacienza pure int'a casa soia", doveva avere pazienza pure a casa sua. È bella la pacienza in napoletano perché mette un po' della parola pace dentro la pazienza.
È uno specchio, questo mare. Qui, nel suo ventre, ho visto me stesso.
Chi va al mare torna impietrito.
Degna di fiducia è la terra, infido il mare.
Il mare è fatto così. Puoi essere il miglior marinaio del mondo, ma arriva lui e ti liquida. L'unica consolazione è comportarti al meglio...
Anche noi, come l'acqua che scorre, siamo viandanti in cerca di un mare.
Non puoi attraversare il mare semplicemente stando fermo e fissando le onde. Non indulgere in vani desideri.
Il mare non parlava per frasi ma per versi.
Mare. Non ha fondo. Immagine dell'infinito. Fa venire grandi pensieri. In riva al mare bisogna sempre avere un cannocchiale. Quando lo si guarda, dire sempre: «Quanta acqua!».
Due voci possenti ha il mondo: la voce del mare e la voce della montagna.
Sulla riva del mare è scritta la storia della vita che si rinnova di continuo, come le onde che cancellano le impronte sulla sabbia oppure vi lasciano nuovi oggetti venuti da chissà dove.