Il Regno che deve venire è il mondo come Dio lo sogna.
L'ideale di Dio è l'uomo.
Noi continuiamo ad asciugare le lacrime anche se sappiamo che l'uomo continuerà a piangere. Ma un giorno ogni dolore sarà consumato e ogni lacrima sarà asciugata.
L'uomo, come un vaso rotto, chiama Dio, lo obbliga a farsi vicino. È il cuore spezzato che costringe Dio a non ritirarsi nei suoi cieli perfetti e lontani.
Se la Chiesa non è accogliente, non è Chiesa. Se io non ti accolgo, mi metto fuori dalla comunione. La comunione è rotta da chi non accoglie e non certo da chi non è accolto.
Se l'amore non è eccessivo non è amore.
È capace di credere al Regno di Dio solamente chi è così in cammino, chi ama la terra e Dio insieme.
Perché preghiamo e chiediamo che venga il regno dei cieli, se continua a piacerci la prigionia della terra?
Il Regno dei Cieli è ahimsa.
Beati voi poveri, perché vostro è il regno di Dio.
È più facile che un cammello passi per la cruna di un ago, che un ricco entri nel regno dei cieli.
Venga il tuo Regno, e sia più bello di tutti i sogni, più intenso di tutte le lacrime di chi pianse e morì nella notte per costruirlo.
Il "regno di Dio" voluto da Gesù, non fu ancora attuato. Passati i pericoli dei primi anni del cristianesimo, molti vollero dirsi cristiani, ma quasi nessuno si ricordò de' principii di Cristo.
Il regno del cielo è per noi, è pronto per noi. Non attacchiamoci dunque alle cose della terra, che assomigliano così poco a un regno. Che pazzia attaccarci a questo, noi re, noi possessori del regno celeste!
Il mio regno non è di questo mondo; se il mio regno fosse di questo mondo, i miei servitori avrebbero combattuto perché non fossi consegnato ai Giudei; ma il mio regno non è di quaggiù.
Il regno dei cieli è simile a un mercante che va in cerca di perle preziose; trovata una perla di grande valore, va, vende tutti i suoi averi e la compra.