Ovviamente, è la parola più pericolosa in matematica.
Tuttavia, la bruciante fame della mente acritica per ciò che essa immagina essere la certezza o la finalità la spinge a festeggiare sulle ombre della prevalente carestia di sostanza.
La matematica, vista nella giusta luce, possiede non soltanto verità ma anche suprema bellezza una bellezza fredda e austera, come quella della scultura.
Un matematico è un cieco in una stanza buia che cerca un gatto nero che non è lì.
Tutti i matematici certamente condividono la convinzione che ogni problema matematico è necessariamente corrispondente a una precisa risoluzione, sentiamo fino a noi stessi il costante pianto: c'è un problema, cerca la soluzione. Puoi trovarla attraverso un pensiero puro.
La vera religione è la matematica, e il resto è superstizione.
La matematica è come la dama: è adatta ai giovani, non troppo difficile, divertente, e senza pericoli per lo stato.
La matematica è la porta e la chiave delle scienze.
Il matematico non scopre: inventa.
La mathematica è l'alfabeto in cui Dio à scritto l'Universo.
I matematici sono come i francesi: se si parla con loro, traducono nella loro lingua, e diventa subito qualcosa di diverso.
All'inizio e alla fine abbiamo il mistero. Potremmo dire che abbiamo il disegno di Dio. A questo mistero la matematica ci avvicina, senza penetrarlo.