Tutto scorre, niente sta fermo.
La via che sale e che scende è una e medesima.
Per i desti uno e comune è il cosmo, ma nel sonno si volgono ciascuno al proprio mondo.
Se la felicità fosse nei piaceri del corpo, diremmo felici i buoi, quando trovano veccie da mangiare.
Come può rimanere occulto a qualcuno ciò che non tramonta mai?
L'uomo più saggio davanti al dio sembrerà una scimmia, per saggezza, per avvenenza e per ogni altra cosa.
Ogni futuro è incerto e più certo è il peggio.
La sera si diventa più accorti per il giorno che è passato, ma non mai abbastanza accorti per il giorno che può venire.
Fino a quando siamo in vita dobbiamo sforzarci a fare il futuro migliore del passato; giunti alla fine, rallegrarci moderatamente.
La gente guardava con fiducia anche al futuro, come non avrebbe fatto mai più.
La felicità non è un sostantivo ma un verbo difettivo, che si coniuga al passato per mezzo del ricordo, al futuro per mezzo della speranza, e manca del tempo presente.
Ma al suo cervello il futuro non interessava. Gravato del passato, affamato d'altro ancora, già non gli lasciava spazio per immaginare, tanto meno per fare progetti per il domani.
Tra qualche decennio l'energia sarà gratuita e a disposizione di tutti.
No, non c'è futuro. Il futuro è una scatola vuota in cui metti tutte le tue illusioni.
Quando guardo al futuro è talmente splendente che mi brucia gli occhi.
Il nostro più elementare legame è che tutti noi abitiamo questo piccolo pianeta. Respiriamo la stessa aria. Ci preoccupiamo per il futuro dei nostri figli. E siamo tutti mortali.