L'arco ha per nome vita e suo effetto è la morte.
Dopo la morte attendono gli uomini cose che non sperano e neppure immaginano.
Morte è quanto vediamo stando svegli, sonno quanto vediamo dormendo.
Nella notte, quando ha spento la vista degli occhi, accende a se stesso una luce; da vivo, mentre dorme, l'uomo si avvicina a un morto; da sveglio, si avvicina a uno che dorme.
È necessario che il popolo combatta per la sua legge come per le sue mura.
Una cosa a tutto preferiscono i grandi: la gloria eterna rispetto alle cose caduche; i più invece pensano solo a saziarsi come bestie.
L'uomo non è niente altro che quello che progetta di essere; egli non esiste che nella misura in cui si realizza; non è dunque niente altro che l'insieme dei suoi atti, niente altro che la sua vita.
Non crollare sotto il peso delle antinomie, questo è il nostro compito nella vita.
Solo chi apprezza veramente la vita e la libertà, e combatte fino in fondo, merita di vivere libero.
Pioveva la sua vita, davanti ai suoi occhi, spettacolo quieto.
Bisogna ricordarci sempre che vita conduce inevitabilmente alla morte e che essere vivi significa rischiare di morire.
Sappiamo che c'è la luce perché c'è il buio che c'è la gioia perché c'è il dolore che c'è la pace perché c'è la guerra e dobbiamo sapere che la vita vive di questi contrasti.
La vita è una brutta istituzione di non so chi. Non dura nulla e non vale nulla. Ci si rompe il collo a vivere.
La vita dei più non è che una diuturna battaglia per l'esistenza, con la certezza della sconfitta finale.
Una vita più lunga non è necessariamente migliore, ma una morte attesa più a lungo è senz'altro peggiore.
Per quel che mi riguarda, i riti di passaggio della vita sono una cosa eccezionale.