Da ogni cosa ci si può mettere al sicuro, ma per la morte abitiamo tutti una città senza mura.— Epicuro
Da ogni cosa ci si può mettere al sicuro, ma per la morte abitiamo tutti una città senza mura.
L'uomo d'indole bennata deve, al fine di raggiungere il "destino di salvezza", sorvegliare la propria giovinezza e tenere a freno ciò che corrompe tutto a causa dei desideri furiosi.
Nessun piacere è di per se stesso un male: però i mezzi per procurarsi certi piaceri arrecano molti più tormenti che piaceri.
La giustizia non esiste di per sé, ma solo nei rapporti reciproci, e in quei luoghi nei quali si sia stretto un patto circa il non recare ne ricevere danno.
Non è apprezzabile chi è troppo facile all'amicizia né chi troppo vi esita; per amore dell'amicizia bisogna anche rischiare il proprio amore.
Morire sarà, su per giù, come quando su una vetrina una saracinesca s'abbassa.
Ammazzare il tempo nell'attesa che il tempo ci ammazzi.
La morte di qualsiasi uomo mi sminuisce, perché io sono parte dell'umanità. E dunque non chiedere mai per chi suona la campana: suona per te.
"Dopo che è morta, l'ho amata". È la storia di ogni vita, e di ogni morte.
La morte pareggia tutto.
Entriamo nel sonno per un atto di egoismo giornaliero: nella morte per un egoismo definitivo.
La morte è quella malattia che pone fine a tutte le altre.
Il giorno che temiamo come ultimo è soltanto il nostro compleanno per l'eternità.
La nostra vita scaturisce dalla morte degli altri.
Hai notato che solo la morte ci ridesta i sentimenti? Ma lo sai perché siamo sempre più giusti e generosi con i morti? È semplice. Verso di loro non ci sono obblighi. Se un obbligo ci fosse, sarebbe quello della memoria, e noi abbiamo la memoria corta.