"Dopo che è morta, l'ho amata". È la storia di ogni vita, e di ogni morte.
Ogni volta che un amico ha successo, un piccolo qualcosa dentro di me muore.
Non basta avere successo, bisogna che i nostri conoscenti falliscano.
Alcuni scrittori prendono gusto al bere, altri al pubblico.
Nel burocrate c'è qualcosa che non ama una poesia.
La vita sarebbe stata senz'altro migliore in un mondo dove il sesso venisse considerato come qualcosa di naturale e non spaventoso, e gli uomini potessero amare gli uomini naturalmente, secondo la loro inclinazione, proprio con la stessa naturalezza con cui amano le donne.
Pochi uomini desiderano veramente di morire; ma infiniti vorrebbero non esser mai nati.
Il fatto che sono morti non testimonia affatto che siano vissuti.
Vorrei essere solo con la morte. È una partita a due che voglio giocare fino in fondo anche se so che è sempre lei a vincere.
Arriviamo a comprendere fino in fondo gli esseri umani ai quali siamo uniti da un vincolo indissolubile soltanto nell'attimo della loro morte.
La morte con tutta probabilità è la più grande invenzione della vita. Spazza via il vecchio per far spazio al nuovo.
Ogni morte d'uomo mi diminuisce, perché io partecipo all'umanità. E così non mandare mai a chiedere per chi suona la campana: essa suona anche per te.
Non temere la morte: prima moriamo, prima saremo immortali.
Non c'è nulla di certo nella vita di un uomo, tranne questo: che egli deve perderla.
La morte di qualsiasi uomo mi sminuisce, perché io sono parte dell'umanità. E dunque non chiedere mai per chi suona la campana: suona per te.
Si sta come d'autunno sugli alberi le foglie.