"Dopo che è morta, l'ho amata". È la storia di ogni vita, e di ogni morte.
Ogni volta che un amico ha successo una piccola parte di me muore.
I personaggi pubblici di oggi non sanno più scrivere i loro stessi discorsi o libri, e ci sono anche alcune prove che non sanno nemmeno più leggerli.
Strana questa cosa dei viaggi, una volta che cominci, è difficile fermarsi. È come essere alcolizzati.
Non basta avere successo: bisogna anche che gli altri falliscano.
Uno scrittore non si contenta di avere successo. Per essere realmente in pace con se stesso ha bisogno dell'insuccesso altrui.
La morte è certa, la vita no.
Ed è il pensiero della morte che, in fine, aiuta a vivere.
Per quanto bella sia stata la commedia in tutto il resto, l'ultimo atto è sempre sanguinoso. Alla fine, con una vanga si getta della terra sulla testa. Ed ecco fatto, per sempre.
Ci sono stelle morte che brillano ancora perché la loro luce è intrappolata nel tempo.
Ci sono diecimila e più porte attraverso cui l'uomo può uscire di scena.
Morì con tanta bravura che sembrò non avesse fatto altro in vita sua.
La morte non è un evento estremo e conclusivo, è un elemento della vita con il quale noi tutti coabitiamo.
Tu non sai quanto la morte li attiri. Morire è sì un destino per loro, una ripetizione, una cosa saputa, ma s'illudono che cambi qualcosa.
Lasciando con la patria ogni conforto, Ove più l'Appennin la neve agghiaccia, Carco n'andrò di così gravi some, Chiamando morte, e te sola per nome.
Ecco il nostro errore: vediamo la morte davanti a noi e invece gran parte di essa è già alle nostre spalle: appartiene alla morte la vita passata.