La società è permissiva nelle cose che non costano nulla.
La televisione riempie molte solitudini.
L'uomo, qualche volta, è come le scimmie: ha il gusto dell'imitazione.
I giornali sarebbero ansiogeni? Ma la Bibbia non comincia forse con un delitto?
A Bologna c'è un detto popolare: "Carogna di un cretino". La stupidità si associa al malvagio.
La società è organizzata non tanto dalla legge quanto dalla tendenza all'imitazione.
La nostra società assegna un valore supremo all'autocontrollo, al nascondere ciò che si sente. Si sbeffeggiano le culture primitive e si è orgogliosi della propria, che impone la soppressione di istinti e impulsi naturali.
Viviamo in società. Per noi dunque niente è davvero buono se non è buono per la società.
Una società si abbrutisce infinitamente di più infliggendo regolarmente il castigo, che non sopportando di tanto in tanto il delitto.
Se non si concede all'individualità alcun gioco, la società non progredisce; se le si permette di rompere ogni freno, la società perisce.
Quanto rapidamente in una società di citrulli si diventa citrulli.
Prova l'anima tua, affacciandoti sull'orlo di una fossa scavata, non curvandoti dinanzi al disprezzo della società.
Che tortura, questa vita in società! Capita che uno sia così premuroso da offrirmi del fuoco e allora, per essere premuroso con lui, mi devo tirar fuori di tasca una sigaretta.
Quando la nostra società vuole catalogare i libri di una biblioteca, scoprire il sistema solare, o altre minuzie del genere, si serve dei suoi specialisti. Ma quando vuol fare qualcosa di veramente serio riunisce 12 uomini comuni. Se ben ricordo, il Fondatore del Cristianesimo fece lo stesso.
Si può paragonare la società a un fuoco, con cui il saggio si riscalda, a debita distanza, senza peraltro giungere a toccarlo, come ha fatto lo stolto, il quale, dopo essersi bruciato, fugge nel freddo della solitudine, e si lamenta perché il fuoco brucia.