Nessuno ha il diritto di fermarsi e provare disperazione. C'è troppo da fare.
Nessuno ha il diritto di mettersi a sedere e sentirsi disperato. C'è troppo lavoro da fare.
Quando la disperazione più nera e lo scoramento vengono scalzati dalla percezione lancinante dell'orrore, in nostro soccorso sopraggiunge l'oppio assurdo dell'ottimismo.
È meglio una fine disperata che una disperazione senza fine.
I corpi li unisce il piacere, le anime la pena.
Nessun dramma personale è tale da poter essere vomitato in faccia agli altri. Per quelli rimediabili, basta e avanza la commedia. Per quelli irrimediabili, in novecentonovantanove casi su mille è preferibile il silenzio. È più decente.
È disperante frequentare persone per cui si prova disprezzo: essere obbligati, per pura cortesia, ad ammirare cose la cui insignificanza fa compassione.
Esiste qualcuno più disperato di un regista?
Domani nella battaglia pensa a me, dispera e muori.
L'uomo sarebbe onnipotente se potesse esser disperato per tutta la sua vita, o almeno per lungo tempo, cioè se la disperazione fosse uno stato che potesse durare.
Disperazione è il risultato di ogni serio tentativo di comprendere e giustificare la vita umana.
Disperare è il più grande dei nostri errori.