I corpi li unisce il piacere, le anime la pena.
La Terra non rimpiangerà l'uomo, né l'Uomo la terra. Una coppia troppo litigiosa, che con le sue urla disturbava gli astri vicini.
La parola Dio è scomparsa con la parola pidocchio. Dio è morto insieme al pidocchio e per la stessa causa: uno spruzzo d'insetticida. Per questa Morte del Pidocchio l'umanità sprofonda nell'igiene e nella rovina.
La Terra desolata, senza uomini, soltanto l'amore dell'uomo per se stesso la immagina in preda alla desolazione. In realtà, la Terra è desolata di non essere desolata. Purtroppo, di una Terra realmente desolata, non conosceremo mai la profonda allegria.
In amore, in quelli che il linguaggio imbecille si è fissato di chiamare tradimenti, non c'è, di tradimenti, neppure l'ombra: ci sono soltanto delle fedeltà alla vita.
L'inferno turistico è tra i peggiori perché ti senti sepolto, impiramidato nella stupidità, e hai paura di essere dimenticato là sotto, che nessuno venga a tirartene fuori.
La costanza e la fedeltà non meritano che disperazione e abbandono.
Anche le cose tristi passavano, anche i dolori, le disperazioni, come le gioie, impallidivano, perdevano la loro profondità e il loro valore, fin che veniva un momento in cui non ci si poteva più ricordare cos'era stato a far tanto male. Anche i dolori sfiorivano ed appassivano.
Essere compiaciuti dei propri limiti è una condizione disperata.
Per l'uomo che prega molto non esistono disperazione né amara tristezza.
Vedo dal tuo infinito sconforto, dalla tua bramosia di fraintendersi l'uno con l'altro e dal tuo pessimo umore, che è vero amore.
L'uomo sarebbe onnipotente se potesse esser disperato per tutta la sua vita, o almeno per lungo tempo, cioè se la disperazione fosse uno stato che potesse durare.
Il successo è la buona fortuna che proviene dall'aspirazione, dalla disperazione, dalla traspirazione e dall'ispirazione.
Non esiste via più disperata di quella che conduce alla perfezione.
Una certa continuità nella disperazione può generare la gioia.
Quando le cose ti vanno bene, non essere superbo; quando ti vanno male, non avvilirti.