Tu ti lamenti, ma che ti lamenti? Pigghia nu bastoni e tira fora li denti!
La lontananza sai, è come il vento spegne i fuochi piccoli, ma accende quelli grandi... quelli grandi.
La lontananza sai è come il vento che fa dimenticare chi non s'ama.
La canzone è un momento di grande felicità. Non sono d'accordo con i tormenti interiori. Non servono a niente. Io voglio cantare la felicità, anche se non esiste, mi voglio illudere che esista, devo credere che esista.
A lamentarsi sono sempre quelli che hai trattato meglio.
Non lamentarti se non sei ricco o potente: anche un uomo umile e solitario può diventare grande come una montagna.
La lamentela è il cemento sociale.
La felicità significa non lamentarsi di quello per cui non c'è niente da fare. Le lamentele sono il rifugio di coloro che non hanno fiducia in se stessi.
Le recriminazioni sono àncore nella sabbia, impediscono di prendere il largo.
Lamentarsi? No, essere attivo! Deplorare? No, essere soccorrevole! Accusare? No, correggere!
Che stoltezza deplorare e lamentare di avere in passato lasciato senza sfruttarla l'occasione offertaci per questa o quella felicità, questo o quel piacere! Che guadagno se ne avrebbe, ora? La secca mummia di un ricordo.
È un'anima vile quella che, non appena le nubi si addensano o anche soltanto si mostrano all'orizzonte, si rannicchia, si perde d'animo e si lamenta.