A lamentarsi sono sempre quelli che hai trattato meglio.
Non serve rimpiangere quel che non si è letto, o inseguirlo insensatamente e con immane fatica: quello che non si è letto non era stato scritto per noi.
I grandi problemi: mai risolti. Forse sono grandi proprio per questo.
La grandezza nasce dalle ceneri del peggio. Come l'erba è più verde se sotto terra c'è un cadavere in disfacimento.
Per smascherare la demenza del moderno è necessario diventarlo.
Lamentarsi? No, essere attivo! Deplorare? No, essere soccorrevole! Accusare? No, correggere!
Tu ti lamenti, ma che ti lamenti? Pigghia nu bastoni e tira fora li denti!
Che stoltezza deplorare e lamentare di avere in passato lasciato senza sfruttarla l'occasione offertaci per questa o quella felicità, questo o quel piacere! Che guadagno se ne avrebbe, ora? La secca mummia di un ricordo.
Le recriminazioni sono àncore nella sabbia, impediscono di prendere il largo.
È un'anima vile quella che, non appena le nubi si addensano o anche soltanto si mostrano all'orizzonte, si rannicchia, si perde d'animo e si lamenta.
La felicità significa non lamentarsi di quello per cui non c'è niente da fare. Le lamentele sono il rifugio di coloro che non hanno fiducia in se stessi.
La lamentela è il cemento sociale.
Non lamentarti se non sei ricco o potente: anche un uomo umile e solitario può diventare grande come una montagna.