L'infanzia è il luogo più protetto.
I cartoni animati sono affascinanti e piacciono sempre ai bambini, non c'è niente da fare: sono la Fantasia, il Colore, la Gioia.
A un mio concerto scoppiò una rissa. Io mi fermai e dissi al microfono: "...vi rendete conto cosa state facendo? Noi rievochiamo l'infanzia e voi vi picchiate. Sporcate il ricordo con la violenza!" Si fermarono.
Una volta a un mio concerto è venuto un punkabbestia... barba, piercing, birra. Ho pensato: si sarà sbagliato. Poi quando ho iniziato a cantare Memole e lui è scoppiato a piangere, ho capito: l'infanzia è il rifugio di tutti. Bisogna tornare alla purezza dell'infanzia.
Me lo diede papà, per i miei cinque anni. Disse: "L'infanzia finisce quando scopri che un giorno morirai".
Una grazia unica riposa sull'infanzia, riposa su ogni bambino.
I luoghi e gli amori dell'infanzia, ben presto dimenticati dal bambino, continuano ad ossessionare l'uomo maturo fino alla morte.
La gente che ha nostalgia della propria infanzia non ha mai vissuto un'infanzia.
L'infanzia smette ufficialmente quando si aggiunge il primo zero agli anni. Smette ma non succede niente, si sta dentro lo stesso corpo di marmocchio inceppato dalle altre estati, rimescolato dentro e fermo fuori.
L'infanzia è senza pietà.
Ripensando alla mia infanzia, mi chiedo come sono riuscito a sopravvivere. Naturalmente è stata un'infanzia infelice, sennò non ci sarebbe gusto.
Se l'adulto rimpiange l'infanzia, è perché non la ricorda o perché la ricorda male.
Quando l'infanzia muore, i suoi cadaveri vengono chiamati adulti ed entrano nella società, uno dei nomi più garbati dell'inferno. Per questo abbiamo paura dei bambini, anche se li amiamo: sono il metro del nostro sfacelo.
Un guscio di indifferenza talvolta circonda l'infanzia e la difende dalle provocazioni degli adulti.