La legge del progresso è avanzare in mezzo alle sventure.
Non esiste via più disperata di quella che conduce alla perfezione.
Solo quando vedi la luce, dopo che sei stata a lungo al buio, ti ricordi del colore delle cose.
Si deve lavorare, se non per il gusto, almeno per disperazione, perché, ad attenta verifica, il lavoro è meno noioso del divertimento.
L'ultima questione è di sapere se dal fondo delle tenebre un essere può brillare.
Essere rifiutati o respinti può essere estremamente doloroso ma non venire corteggiati o non avere il coraggio di corteggiare causa un'infelicità che con il passare del tempo porta alla disperazione.
Di tutto ciò che si prova, niente dà tanto l'impressione di essere al cuore stesso del vero quanto gli accessi di disperazione senza ragione: a paragone, tutto sembra frivolo, sofisticato, privo di sostanza e d'interesse.
Non c'è disperato così povero e impotente, che non sia buono a qualche cosa nel mondo da che è disperato.
Solo vana è la vita dell'uomo,intrisa di dolor,penosa e breve;è un miscuglio di dover,denari e pensier,e pensier denari e guai.Ma noi non ce ne curiamoquando il tempo è buono,e pure quando piove,noi non ci angosciamo;scacceremo ogni dolore canterem fino a domani,e pescheremo, pescheremo ancor.
Nessuno ha il diritto di mettersi a sedere e sentirsi disperato. C'è troppo lavoro da fare.
Consolarsi con l'altrui miserabilità può certo aiutare ad alleviare la propria disperazione ma non a migliorare se stessi.