Occorre ridere soprattutto di noi stessi.— Claudio Magris
Occorre ridere soprattutto di noi stessi.
Il tentativo di capire il mondo e la vita e di inquadrarli in un ordine non rigido né dogmatico è una delle più grandi manifestazioni della libertà.
Lo scrittore moderno è colui che accetta la sfida della realtà che lo circonda, e rinuncia alla dolce finzione dell'idillio campestre.
Essere retorici, ossia essere falsi.
Chi prevarica appellandosi alla fatalità della vita o del proprio carattere, un'ora o un anno più tardi sarà colpito in nome delle stesse ineffabili ragioni.
La storia è una camera di rianimazione ed è facile sbagliare dose e mandare all'altro mondo i pazienti che si devono salvare.
Il riso è il sole che scaccia l'inverno dal volto umano.
Chi non sa ridere non è una persona seria.
La risata è il miglior disinfettante del fegato.
È cosa giusta, ponderata e nobile che, se malattia e dolore sono contagiosi, non vi sia nulla al mondo di così irresistibilmente contagioso come il riso e il buon umore.
Tanto l'uomo è gradito e fa fortuna nella conversazione e nella vita, quanto ei sa ridere.
Adoro le persone che mi fanno ridere. Penso che ridere sia la cosa che mi piace di più. È la cura per moltissimi mali.
La più perduta di tutte le giornate è quella in cui non si è riso.
Quello che esce indenne dal riso è valido. Quello che crolla doveva morire.
Siamo sulla Terra per ridere. Non potremo più farlo in purgatorio o all'inferno. E in paradiso sarebbe sconveniente.
La giornata più perduta di tutte è quella in cui non si è riso.