Occorre ridere soprattutto di noi stessi.
Il poeta non deve mai curarsi delle leggi e delle opinioni attuali, bensì risalire a quelle verità generali e trascendentali che rimarranno sempre le stesse.
Bisogna anzitutto imparare a rispettare anche ciò che non si riesce ad amare; capire che il valore e i diritti di una persona non dipendono dai sentimenti che proviamo per essa.
Ridere significa essere liberi dai falsi idoli del mondo che vogliono essere adorati e dalla tracotante serietà della vita che rende schiavi.
La confusione della piazza è, come sempre, un riflesso della confusione della reggia.
Alieno da ogni abbandono elegìaco, Musil riscontra il disordine con la precisione dello scienziato, che viene a coincidere con la forza espressiva del poeta.
Chi ride è malvagio solo per chi crede in ciò di cui si ride.
Credo nel potere del riso e delle lacrime come antidoto all'odio e al terrore.
Abbiamo anche molto riso, perché ridere insieme è un altro dei fondamenti essenziali del vivere.
La giornata più perduta di tutte è quella in cui non si è riso.
Il riso squassa il corpo, deforma i lineamenti del viso, rende l'uomo simile alla scimmia.
Penso che far ridere non sia la prima scelta di chiunque.
E se per una volta ridessimo sul latte versato?
Del senno di poi si può sempre ridere e anche di quello di prima, perché non serve.
Adoro le persone che mi fanno ridere. Penso che ridere sia la cosa che mi piace di più. È la cura per moltissimi mali.