Essere retorici, ossia essere falsi.
La scienza oggi ha molto da dire, molti baracconi da sbaraccare.
La realtà c'è, è là, inconfutabile.
Un vero libro è sempre arduo, anche quando sembra linguisticamente e concettualmente semplice.
Il gioco è una delle dimensioni più libere e appassionate della esistenza; poche cose si fanno con tanta intensità come i giochi.
Schnitzler è il tipico scrittore che fonde compassione e nichilismo in una visione desolata, in una cartella clinica della condizione umana in cui anche la storia e la politica appaiono maschere illusorie degli istinti e del destino.
La retorica, a quanto pare, è artefice di quella persuasione che induce a credere ma che non insegna nulla intorno al giusto e all'ingiusto.
I politici no no non sono più quelli di una volta le donne no no no non sono più quelle di una volta io no no no no non sono più quello di una volta solo la retorica è rimasta la stessa!
Il retore e la retorica si trovano in questa posizione rispetto a tutte le altre arti: non c'è alcun bisogno che sappia come stiano le cose in sé, ma occorre solo che trovi qualche congegno di persuasione, in modo da dare l'impressione, a gente che non sa, di saperne di più di coloro che sanno.
La retorica è un veleno micidiale.