La violenza finisce sempre per distruggere se stessa.
La vita non ha un senso: è desiderio. Il desiderio è il tema della vita.
Il cinema è solo una moda passeggera. È il dramma in lattina. Il pubblico vuole vedere attori in carne ed ossa sul palcoscenico.
Il successo rende simpatici.
Il nostro giocattolo più grande è il cervello.
Il tempo è un grande autore: trova sempre il perfetto finale.
Antipatie violente sono sempre sospette, e tradiscono una affinità segreta.
Quando un governo si impone con la violenza e con la violenza impedisce ai cittadini di esprimersi, di opporsi, addirittura di pensare, allora ricorrere alla violenza è una necessità.
Bisogna spegnere la violenza piuttosto che l'incendio.
Violentare le coscienze è un grave danno fatto all'uomo. È il più doloroso colpo inferto alla dignità umana. È, in un certo senso, peggiore dell'infliggere la morte fisica, dell'uccidere.
Meglio essere violenti se c'è violenza nel nostro cuore, che mettersi il mantello della non violenza per mascherare la debolezza.
Per fortuna gli eroi muoiono di morte violenta.
In un regime totalitario gli idioti ottengono il potere con la violenza e gli intrighi; in una democrazia, attraverso libere elezioni.
La violenza sulle donne è antica come il mondo, ma nel 2009 avremmo voluto sperare che una società avanzata, civile e democratica non nutrisse le cronache di abusi, omicidi e stupri.
Se esiste un uomo non violento, perché non può esistere una famiglia non violenta? E perché non un villaggio? una città, un paese, un mondo non violento?
La violenza va sempre rifiutata, perché a farne le spese è poi la gente comune.