I veri acciacchi dell'età sono i rimorsi.
La bontà che nasce dalla stanchezza di soffrire è un orrore peggio che la sofferenza.
Sorridere è vivere come un'onda o una foglia, accettando la sorte. È morire a una forma e rinascere a un'altra. È accettare, accettare, se stesse e il destino.
Chi non è geloso anche delle mutandine della sua bella, non è innamorato.
Il maggiore torto del suicida è non d'uccidersi, ma di pensarci e non farlo. Niente è più abbietto dello stato di disintegrazione morale cui porta l'idea, l'abitudine dell'idea del suicidio.
Tutti gli anni sono stupidi. È una volta passati, che diventano interessanti.
Il rimorso è per ciò che siamo e fatalmente saremo: non riguarda il passato, ma anche il futuro.
Una volta il rimorso veniva dopo, adesso mi precede.
Provare rimorso per una cosa sbagliata era meglio che niente, ma nessuno rimorso a posteriori poteva espiare la colpa per aver provato gusto nel far del male, fosse bruciare formiche o ammazzare prigionieri.
Quando, in fondo al sonno, il rimorso s'infiamma, è in esso, inconscio, la coscienza: così si attua la violenza d'amore degli dei al tribunale dei cieli.
Le vittime sono anch'esse colpevoli, se non altro dei nostri rimorsi.
Il rimorso è legato a qualcosa avvenuto nel passato e su cui non possiamo più agire, quindi appartiene all'irreparabile.
Questo era un altro rimorso che non sarebbe mai riuscito a diventare un rimpianto.
Il rimorso è una violenta indigestione della mente.
Fanciullezza: Periodo di transizione nella vita umana che sta tra l'idiozia dell'infanzia e la follia della giovinezza, a due passi dalle colpe della maturità e a tre dai rimorsi della vecchiaia.