Il rimorso è, come un morso di un cane a una pietra, una sciocchezza.
Una cosa buona non ci piace, se non ne siamo all'altezza.
Il successo è sempre stato un gran bugiardo.
Meglio è non saper niente che saper molte cose a metà.
Guardati dalle persone meschine! Essi si sentono meschini di fronte a te, e la loro bassezza cova, ardente sotto la cenere una vendetta invisibile.
L'istinto. Quando la casa brucia, si dimentica persino il pranzo. Sì, ma lo si va poi a estrarre dalle ceneri.
La parte preparatoria dei rimorsi, di solito, è abbastanza piacevole.
Le istituzioni sono più corrotte e più guaste degli individui, perché hanno più potere per fare del male, e sono meno esposte al disonore e alla punizione. Non provano né vergogna, né rimorso, né gratitudine, e neanche benevolenza.
Il rimorso dorme in un periodo prospero, ma si risveglia nella sventura.
Quando, in fondo al sonno, il rimorso s'infiamma, è in esso, inconscio, la coscienza: così si attua la violenza d'amore degli dei al tribunale dei cieli.
Questo era un altro rimorso che non sarebbe mai riuscito a diventare un rimpianto.
Meglio aver rimorsi che rammarichi.
Se mi guardo alle spalle, vedo più rimorsi che successi.
Nel Macbeth, il bene appare solo nella vendetta che il bene compie, nel rimorso, nella punizione. Nessuna figura ne impersona la presenza.
Bologna ombelico di tutto, mi spingi a un singhiozzo e ad un rutto rimorso per quel che m'hai dato che è quasi ricordo, in odor di passato.
"E lei, è uomo da sentire rimorso?". "Né rimorso né paura. Mai.".