Anticamente migliaia di dèi parevano pochi; oggidì uno è di troppo.
Il sorriso è alla bellezza, quello che il sale è alle vivande.
È meglio non comandare del non venire obbediti.
Se oggidì si scrivesse secondo la stretta etimologia oppure si leggesse, nessuno capirebbe più nulla; tanto le parole si dipartirono dal loro primo razionale significato.
Uomo e donna si completano vicendevolmente, come il bottone e l'occhiello, come il violino e l'archetto.
Troppo facilmente si dà del birbante, a cui la sorte è contraria, come del galantuomo a cui la sorte sorrise.
Preferirei sentir parlare di un barbone americano vivo piuttosto che di un dio greco morto.
Gli Etiopi dicono che i loro dèi sono camusi e neri, i Traci che hanno occhi azzurri e capelli rossi.
Dagli dèi, dobbiamo imparare perlomeno una virtù: la discrezione. Essi si comportano in ogni caso come se non esistessero.
Ci siano o no gli dèi, di essi siamo servi.
Sugli dèi, dì solo: sono.
Che si siano sempre pregati gli dèi è umano, ma ciò non depone, a dire il vero, in favore della nostra eleganza. Meno che mai della loro.
L'evento su le ginocchia degli dèi s'asside.
Non si debbono rifiutare i nobili doni degli dèi quali essi soli distribuiscono, e quali nessuno può acquistare con la sua volontà.
Non è vero che fin dal principio gli dèi hanno svelato tutto ai mortali, ma gli uomini stessi, cercando, col tempo trovano ciò che è meglio.
Se tu percorrerai la terra, potrai trovare città senza mura, senza lettere, senza re, senza case, senza ricchezze, senza monete, senza teatri e palestre; ma nessuno vide mai né mai vedrà una città senza templi e senza dèi.