Chi ama la verità odia gli dèi, al singolare come al plurale.
La gente comune si preoccupa unicamente di passare il tempo; chi ha un qualche talento pensa invece a utilizzarlo.
Imitare le qualità e le caratteristiche altrui è molto più vergognoso del portare abiti altrui: perché è il giudizio della propria nullità espresso da se stessi.
Come aumenta il sapere, così aumenta il dolore. Come aumenta il dolore, così aumenta il sapere.
Chi crede non pensa; chi pensa non crede.
La felicità appartiene a coloro che sono autosufficienti. Dato che tutte le fonti esterne di felicità e di piacere sono, per loro stessa natura, altamente incerte, precarie, effimere e soggette alla sorte.
È una cosa stolta supplicare gli dei per ottenere ciò che uno è in condizione di procurarsi da se stesso.
Se vi fossero degli dèi, come potrei sopportare di non essere dio! Dunque non vi sono dèi.
I doni degli dei nessuno può sceglierseli.
Dagli dèi, dobbiamo imparare perlomeno una virtù: la discrezione. Essi si comportano in ogni caso come se non esistessero.
Gli dèi ci creano tante sorprese: l'atteso non si compie, e all'inatteso un dio apre la via.
Sugli dèi, dì solo: sono.
Gli dei muoiono, ma dalle loro ceneri altri dei nascono.
Gli uomini creano gli dèi a propria immagine, non solo riguardo alla loro forma, ma anche al loro modo di vivere.
È conveniente che esistano gli dei, e, siccome è conveniente, lasciateci credere che esistano.