Ostentare la modestia è una cosa da superbi.
L'acqua che butti sul mio fuoco diventa benzina, ogni insulto è manichino per la mia vetrina.
La musica che amo mi ricorda un piatto pugliese, riso patate e cozze. Credo nella commistione di generi che non dovrebbero sposarsi, e invece stanno bene insieme: ska, rock, pop, jazz, rap.
Io sono vivo, ma non vivo perché respiro, mi sento vivo solo se sfilo la stilo e scrivo.
Chatta pure perché parlare è più difficile!
Chi parla senza modestia troverà difficile rendere buone le proprie parole.
La vera modestia nulla ha da spartire con l'umiltà e la pusillanimità.
Una cosa più spiacevole dell'arrivismo è l'esibizione della modestia.
Io ignoro la modestia. È troppo modesta per essere presa in considerazione.
Modestia. La modestia è la vile riuscita di chi si annulla ma solo un pochino e proprio così si mette in risalto.
Per un occhio che guardi un po' in fondo alle cose, la modestia non è che una forma, anche più visibile, della vanità.
La vittoria della vanità non è la modestia, tanto meno l'umiltà, è piuttosto il suo eccesso.
Ma ho anche un'altra qualità: sono privo di modestia.
La modestia non può essere detta una virtù, perché assomiglia più a una sofferenza che a una qualità.
La modestia è l'arte di far dire da altri tutto il bene che pensiamo di noi stessi.