Io sono vivo, ma non vivo perché respiro, mi sento vivo solo se sfilo la stilo e scrivo.— Caparezza
Io sono vivo, ma non vivo perché respiro, mi sento vivo solo se sfilo la stilo e scrivo.
Ma l'amore che cos'è? È un concetto che vuol dire tutto e niente. Dall'amore scontato dell'uomo innamorato all'amore in senso lato per la gente.
Mi piace il cinema e parecchio, per questo mi chiamano vecchio.
Inglesi professori che non imparano altra lingua, inglesi non dovranno mai cambiare moneta, inglesi guideranno sempre dal lato sbagliato per questo chi va a Londra so che ritorna un po' cambiato.
Mi contraddico facilmente, ma lo faccio così spesso che questo fa di me una persona coerente.
La parola spesso è più importante di chi la pronuncia.
Ma perché scrivo? È l'unico mio conforto.
La scrittura è un tentativo disperato di preservare la memoria.
Nel paziente esercizio della scrittura ho dato un senso al dolore.
Nella scrittura si adatta l'evidenza alla conclusione cui si vuole arrivare e raramente si dice la verità.
Io sono convinta che la scrittura non serva per farsi vedere ma per vedere.
La parola scritta dovrebbe essere il farsi corpo di un pensiero secondo la necessità naturale e non l'involucro di un'opinione secondo l'opportunità sociale.
Per me scrivere è tirare fuori la morte dal taschino, scagliarla contro il muro e riprenderla al volo.
L'arte di scriver storie sta nel saper tirar fuori da quel nulla che si è capito della vita tutto il resto; ma finita la pagina si riprende la vita e ci s'accorge che quel che si sapeva è proprio un nulla.
Il bello è che scrivere è un altro modo di cagare e masturbarsi.
Scrivere è continuare, inseguire al di là della tenebra quel fanalino fuggente che è l'uomo.