La pittura per me è una questione privata.
Chiunque si dedichi alla pittura dovrebbe iniziare tagliandosi la lingua.
Un pittore senza scrupoli, il quale, col pretesto di voler possedere una donna, la adesca nel suo studio e lì la dipinge.
La pittura proviene da un luogo dove le parole non si possono esprimere.
Sono cresciuto credendo che l'arte riguardasse le immagini, poi ho conosciuto la musica e mi ritrovo ad essere un artista senza aver mai dipinto.
Mi è difficile parlare della mia pittura poiché è sempre nata in uno stato di allucinazione, provocato da uno choc qualunque, oggettivo o soggettivo, e del quale sono interamente irresponsabile.
La pittura non s'insegna a chi natura nol concede, come fan le matematiche, delle quali tanto ne piglia il discepolo, quanto il maestro gliene legge.
Noi siamo perversi o illusi incantati o deserti. Sono solo, dipingere è un togliersi di mezzo.
Penso che si debbano controllare i materiali in modo misurato, ma è importante lasciare che essi abbiano una sorta di vita propria; come la naturale forza di gravità, se dipingi un muro la pittura gocciola; non c'è motivo di combatterla.
Per me la pittura è un'azione drammatica durante la quale la realtà si trova disintegrata.
La TV ha fatto sembrare inutile andare a teatro, la fotografia ha praticamente ucciso la pittura, ma i graffiti sono rimasti gloriosamente incontaminati dal progresso.