Sugli dèi, dì solo: sono.
Non essere né benevolo, né mal disposto.
Qual è l'animale più pericoloso? Tra gli animali feroci il Tiranno; tra gli animali domestici l'adulatore.
Veramente infelice è chi non sa sopportare l'infelicità.
Bisogna amare gli amici come se un giorno si dovessero odiare.
Cos'è invece proprio dello sciocco? Voler nuocere, e non poterlo fare.
Dagli dèi, dobbiamo imparare perlomeno una virtù: la discrezione. Essi si comportano in ogni caso come se non esistessero.
Non sono da temere gli dèi; non è cosa di cui si debba stare in sospetto la morte; il bene è facile a procurarsi; facile a tollerarsi il male.
Gli uomini creano gli dèi a propria immagine, non solo riguardo alla loro forma, ma anche al loro modo di vivere.
L'evento su le ginocchia degli dèi s'asside.
Gli dèi ci creano tante sorprese: l'atteso non si compie, e all'inatteso un dio apre la via.
È una cosa stolta supplicare gli dei per ottenere ciò che uno è in condizione di procurarsi da se stesso.
Gli dèi sono l'incarnazione di quello che non potremo mai essere.
Stanchezza, che d'un sol balzo vuol attingere le ultime cose, con salto mortale: una misera ignorante stanchezza, che non vuol più nemmeno volere: essa ha creato tutti gli dèi e i mondi dietro il mondo.
Non è vero che fin dal principio gli dèi hanno svelato tutto ai mortali, ma gli uomini stessi, cercando, col tempo trovano ciò che è meglio.
Se tu percorrerai la terra, potrai trovare città senza mura, senza lettere, senza re, senza case, senza ricchezze, senza monete, senza teatri e palestre; ma nessuno vide mai né mai vedrà una città senza templi e senza dèi.