La scienza non ha che un imperativo: contribuire alla scienza.
Ci sedemmo dalla parte del torto visto che tutti gli altri posti erano occupati.
Sventurata la terra che ha bisogno d'eroi.
La verità riesce ad imporsi solo nella misura in cui noi la imponiamo.
Dove stanno grandi virtù, vuol dire che c'è qualcosa di marcio.
Nemmeno per un attimo l'attore si trasformi completamente nel suo personaggio. "Non rappresentava re Lear, era Lear" sarebbe un giudizio disastroso.
Può darsi che tutte le scienze, o la maggior parte di esse, comincino con la sofferenza o con la pietà. Ma una volta che la scienza ha preso avvio, non c'è più posto per queste emozioni.
La scienza è o dovrebbe cercare di essere avalutativa, dare delle analisi più che dei giudizi di valore; il suo compito è quello di impostare correttamente l'equazione, che poi ognuno è chiamato a risolvere secondo i propri dei, i propri principi e i propri valori.
L'intera storia della scienza è stata una graduale presa di coscienza del fatto che gli eventi non accadono in un modo arbitrario, ma che riflettono un certo ordine sottostante, che potrebbe essere o non essere divinamente ispirato.
Il bello di un procedimento scientifico è che esso non fa mai perdere tempo agli altri: anche lavorare sulla scia di una ipotesi scientifica per scoprire poi che bisogna confutarla significa avere fatto qualcosa di utile sotto l'impulso di una proposta precedente.
La scienza che si diparte dalla giustizia è da chiamarsi inganno, piuttosto che sapienza.
Il processo di una scoperta scientifica è, in effetti, un continuo conflitto di meraviglie.
La scienza è conoscenza organizzata.
Fondare le scienze sul desiderio, non più sulla memoria.
La scienza oggi ha molto da dire, molti baracconi da sbaraccare.
La scienza che esita a dimenticare i suoi fondatori è perduta.