Sposi della vita, amanti della morte.
Il lavoro é la cosa più alta, più nobile, più religiosa della vita.
Pochi sono coloro eroi o santi che sacrificano il proprio io sull'altare dello Stato. Tutti gli altri sono in stato di rivolta potenziale contro lo Stato.
È l'aratro che traccia il solco, ma è la spada che lo difende. E il vomere e la lama sono entrambi di acciaio temprato come la fede dei nostri cuori.
Rinunziare alla lotta significa rinunciare alla vita.
La libertà senza ordine e senza disciplina significa dissoluzione e catastrofe.
Non è che ho paura di morire. È che non vorrei essere lì quando succede.
La morte è per tutti, la vita per pochi.
La morte raggiunge anche l'uomo che fugge.
Tutte le azioni della vita sono riparabili, eccetto l'ultimo (la morte) che nessun procedimento, neppure soprannaturale può riparare. Questo ultimo atto determina tutti gli altri e dà loro significato definitivo.
Quando pensiamo con orrore alla morte, la consolazione più sicura ed efficace che ci è data è sapere che essa ha almeno questo di buono, che è la fine della vita.
Un sillogismo: gli altri muoiono; ma io non sono un altro; dunque non morirò.
Vista positivamente, la morte è una delle poche cose che si possono fare facilmente restando distesi.
Non puoi sapere dove ti attenda la morte: perciò aspettala dovunque.
S'i' fosse morte, andarei da mio padre; s'i' fosse vita fuggirei da lui: similmente faria da mia madre.
Vivere significa nascere a ogni istante. La morte subentra quando il processo della nascita cessa.