La cosa che noi ignoriamo più di tutte l'altre è la nostra stessa ignoranza.
Quella che comunemente chiamano prosa della vita non è, a dir vero, una gran bella prosa; anzi è una prosa che molte volte non dà neppur senso; ma non è detto che non si possa, in qualche misura, ripulire e correggere.
La vita solo allora è bella davvero quando è ascensione.
In morale son cose di capitale importanza anche le sfumature.
Se vuoi che altri accetti, senza dubbiezze né indugi, la verità che tu gli proponi, fagli vedere il tornaconto che ci avrà.
La sola nobiltà che da molti si conosca è l'alterigia e l'arroganza.
Ammettere la propria ignoranza è un segno di intelligenza.
L'ignoranza è più vicino alla verità del pregiudizio.
Niente è più terribile di un'ignoranza attiva.
L'ignoranza dei preti è il più grande flagello del mondo.
L'inizio di una conoscenza, che sia di persone oppure di cose, consiste nell'ottenere un contorno definito della nostra ignoranza.
La religione è il più solido puntello del capitalismo e dello Stato, i due tiranni del popolo. Ed è anche il più temibile alleato dell'ignoranza e del male.
In spagnolo, "añoranza" viene dal verbo "añorar" ("provare nostalgia"), che viene dal catalano "enyorar", a sua volta derivato dal latino "ignorare". Alla luce di questa etimologia, la nostalgia appare come la sofferenza dell'ignoranza.
L'ignoranza è madre di molti traviamenti.
O sant'asinità, sant'ignoranza, Santa stolticia e pia divozione, Qual sola puoi far l'anime sí buone, Ch'uman ingegno e studio non l'avanza.
La gente per nascondere la propria ignoranza dà degli insegnamenti, così come sorride per celare le lacrime.