Il possesso disperde l'attrazione.
Io non ho scritto per gli imbecilli. Per questo il mio pubblico è ristretto.
La cortesia è il tacito accordo di ignorare reciprocamente la misera statura morale e intellettuale, e di non rinfacciarsela a vicenda in modo che si evidenzi meno facilmente, a vantaggio di entrambi.
Che stoltezza deplorare e lamentare di avere in passato lasciato senza sfruttarla l'occasione offertaci per questa o quella felicità, questo o quel piacere! Che guadagno se ne avrebbe, ora? La secca mummia di un ricordo.
Mediante il precoce indottrinamento, in Europa si è arrivati al punto che la credenza in un dio personale è letteralmente diventata, in quasi tutti, un'idea fissa.
Non sono mai mancate persone, che si siano affaticate a fondare il loro mantenimento sul bisogno metafisico dell'uomo e a sfruttarlo il più che possibile: perciò in tutti i popoli vi sono i monopolizzatori ed appaltatori generali di esso: i sacerdoti.
Non dobbiamo possedere nulla che procuri un grande guadagno a chi voglia sottrarcelo.
Ciò che possiedi di buono, ascrivilo agli dèi, non a te.
Di ciò che possediamo niente è necessario.
Un uomo che non possiede che massime è come un ciclope il cui unico occhio è posto dietro al capo.
Quando l'appartenersi di una donna e di un uomo diventa possesso, allora si può essere perduti, perché si perde solo ciò che si possiede.
Quando entra in gioco il possesso delle cose terrene, è difficile che gli uomini ragionino secondo giustizia.
L'uomo, quanto più possiede, tanto meno si possiede.
Chi più possiede, più debbe temere di non perdere.
Chi può possedere in ispirito il mondo non si cura di possedere materialmente una minima parte di esso.