Un'obbedienza senza ascolto e senza dialogo non è obbedienza.
Gli uomini sono angeli con un'ala soltanto: possono volare solo rimanendo abbracciati.
I poveri sono il luogo teologico dove Dio si manifesta e il roveto ardente e inconsumabile da cui Egli ci parla.
Non dobbiamo vergognarci della nostra malattia. Non è qualcosa da tenere nascosta. È, come dire, quella parte della nostra carta d'identità che ci fa rassomigliare di più A Gesù Cristo. È una tessera di riconoscimento incredibile, straordinaria.
Il viaggio più lungo è quello che conduce alla casa di fronte.
Dio è presente nel cuore di tutti, se non come presenza, almeno come nostalgia.
La felicità è il frutto finale e perfetto dell'obbedienza alle leggi della vita.
Quando qualcuno domanda un'obbedienza cieca, saresti un folle se non sbirciassi.
C'è un qualche elemento irrazionale nella razionalità dell'essere organico che lo rende meno pronto di una macchina ad obbedire agli ordini.
È bello morire quando dovresti servire in modo indecoroso.
Non ci sottomettiamo alla legge perché l'abbiamo fatta, perché è stata voluta da tanti voti, ma perché è buona, cioè conforme alla natura dei fatti, perché è tutto ciò che deve essere, perché abbiamo fiducia in essa.
Le cose che interessano Dio nella nostra obbedienza non sono quelle che ci sembrano facili, ma quelle che ci costano. Dio sottopone l'uomo a prove di carico, come un ingegnere con un ponte appena costruito.
La legge è legge, sia essa giusta o no, nessuna democrazia, nessuna repubblica sarebbero possibili se si obbedisse soltanto alle leggi che si approvano. Ma nessuna sarebbe accettabile se si dovesse, per obbedienza, rinunciare alla giustizia o tollerare l'intollerabile.
Così iniziai a capire che non obbediva ai miei ordini, ma aspettava l'occasione per farmi piacere.
Non ci ritiriamo. Non ci arrendiamo. Questa è la legge di Sparta. Noi obbediamo alla legge di Sparta e quindi restiamo, ci battiamo e moriamo.
L'uomo che non commette mai errori prende sempre ordini da chi ne fa.