Osserva i tuoi nemici, perché scopriranno per primi i tuoi punti deboli.
È meglio lottare con pochi buoni contro tutti i malvagi che con molti malvagi contro pochi buoni.
Bisogna stimare di più l'uomo giusto che il consanguineo.
Bisogna badare ai nemici, perché sono i primi a notare i nostri errori.
È proprio dei re agire bene e sentirsi dire male.
Se prendi una bella moglie non l'avrai solo per te, se la prendi deforme sarai solo tu a scontare la pena.
La debolezza è una provocazione.
Ogni uomo paga la sua grandezza con molte piccolezze, la sua vittoria con molte sconfitte, la sua ricchezza con molti fallimenti.
Ci vuole un grande coraggio per dimostrarsi deboli.
Il debole non può mai perdonare. Il perdono è un attributo del forte.
Il blocco di granito che è da ostacolo al cammino del debole, diventa la base di partenza nel cammino del forte.
Il debole debilita il forte. Il forte lo mangia!
L'odio è un tonico, fa vivere, ispira vendetta; invece la pietà uccide, indebolisce ancora di più la nostra debolezza.
L'impegno inizia con il riconoscimento della nostra fondamentale fragilità e del carattere effimero del fenomeno umano. Non si lotta mai una volta per tutte. L'azione è un'esigenza permanente, può creare degli irreversibili ma non mette mai fine all'effimero.
Chi pensa che noi All Blacks siamo vulnerabili, lo fa a suo rischio e pericolo.
Come riconosciamo le persone stanche? Sono quelle che fanno le cose senza fermarsi.