Un avaro non può mai essere virtuoso.
Bisogna badare ai nemici, perché sono i primi a notare i nostri errori.
La scienza più necessaria è quella di non dimenticare ciò che si è appreso.
È meglio lottare con pochi buoni contro tutti i malvagi che con molti malvagi contro pochi buoni.
Come la ruggine consuma il ferro, così la invidia consuma gli invidiosi.
Bisogna stimare di più l'uomo giusto che il consanguineo.
Sono avaro e per non farmene accorgere mi sto rovinando. Ogni volta che vado a pranzo con degli amici voglio essere sempre io quello che paga per tutti.
La città è afflitta da due vizi tra loro opposti, l'avarizia e il lusso, rovinosi malanni che hanno fatto crollare tutti i grandi imperi.
La barba la portano gli avari per non comprare la cravatta.
L'avaro diventa ricco facendo mostra di essere povero, mentre il prodigo s'impoverisce facendo mostra di essere ricco.
È certamente stolto pretendere da altri ciò che nessuno può ottenere da se stesso, di essere attento, appunto, più agli altri che a sé, di non essere avaro, né invidioso, né ambizioso ecc., soprattutto per chi sia ogni giorno esposto alle fortissime spinte di tutte le passioni.
Il verbo «dare» gli è tanto in odio che non dice mai «Ti dò il buon giorno», ma «... te lo impresto».
Il prodigo è arrogante, l'avaro è meschino. La meschinità è meglio dell'arroganza.
L'avarizia è prudenza, e la prudenza avarizia.
Se vuoi eliminare l'avarizia, devi eliminare sua madre: la prodigalità.
Il più grande piacere per un avaro è la rinuncia a un piacere.