Conoscere i libri è una forza, conoscerli più della vita una debolezza.
Ci sono libri e giornali che fanno gli uomini pensatori in camera e sciocchi nel mondo.
I libri potenti si ricordano come se fossero d'una pagina sola.
Nei tempi, in cui tutti scrivono bene, pochi scrivono cose grandi.
Ama meglio chi ha più cuore, ma più intensamente chi ha più immaginazione.
Gli uomini non si consolano di un grande amore finito: preferiscono dimenticarlo.
La libertà umana è minacciata dalla sua stessa debolezza: sventurati coloro che ne abusano.
Due debolezze che si sostengono una contro l'altra creano una forza. Ecco perché una metà del mondo, sostenendo l'altra metà, la rafforza.
La cosiddetta maturità è opportunismo, oppure un segno di pura stanchezza.
La debolezza del carnefice è quella di non poter fare a meno della sua vittima.
Il dolore è il modo con cui il corpo si sbarazza della debolezza.
La nostra personalità è fragile, è molto più in pericolo che non la nostra vita; e i savi antichi, invece di ammonirci «ricordati che devi morire», meglio avrebbero fatto a ricordarci questo maggior pericolo che ci minaccia.
I vizi di molta gente rimangono nascosti perché sono deboli; quando avranno forze sufficienti, la loro audacia sarà pari a quella dei vizi che la prosperità ha reso già manifesti.
Una volta che conosciamo le nostre debolezze esse cessano di farci del male.
Soltanto i deboli commettono crimini: chi è potente e chi è felice non ne ha bisogno.
Se siamo deboli nella preghiera siamo deboli ovunque.