L'uomo è una specie di stecca nel grande concerto della natura.
Togliere le catene agli schiavi è facile, ma liberarli è difficile.
Ciò che simboleggia meglio la vanità di tutte le cose, fama letteraria compresa, è il fiore di zucca: dura appena lo spazio di un giorno, poi appassisce e muore.
Il mondo è un condominio tra la malvagità e la pazzia: l'una regna e l'altra comanda.
La nostra vita è una corsa a ostacoli e il traguardo è la tomba.
L'ottimismo è la cataratta dello spirito.
Più guardo gli uomini, meno mi piacciono. Se soltanto potessi dire la stessa cosa delle donne, tutto sarebbe a posto.
Si crede di parlare con un uomo e di colpo ci si accorge che il suo giudizio viene dall'utero. È un fatto che si osserva spesso e, per esser giusti, bisognerebbe differenziare gli uomini non secondo quelle caratteristiche fisiologiche che per un caso hanno, ma secondo quelle che loro mancano.
Un uomo che non frequenta donne dimentica che hanno di superiore la volontà. Un uomo non arriva a volere quanto una donna, si distrae, s'interrompe, una donna no.
L'uomo è il peggior nemico di sé stesso.
Ogni uomo sposato vuole una donna che faccia appello al suo lato migliore, ai suoi istinti più nobili e alla sua natura più elevata; e un'altra donna che lo aiuti a dimenticare tutto questo.
Ogni uomo ha le proprie manie e spesso sono la sua caratteristica più interessante.
Tutti gli uomini sono fratelli e perciò sanno troppe cose l'uno sul conto dell'altro.
Esistono due generi di uomini: quelli che sanno maneggiare le idee, e quelli che sanno maneggiare gli uomini. E sono forse tra loro incompatibili.
Anche l'uomo più miserabile è in grado di scoprire le debolezze del più degno, anche il più stupido è in grado di scoprire gli errori del più saggio.
Gli uomini prima sentono il necessario, dipoi badano all'utile, appresso avvertiscono il comodo, più innanzi si dilettano del piacere, quindi si dissolvono nel lusso, e finalmente impazzano in istrappazzar le sostanze.