La vita è una tragedia che viene recitata come una commedia.
La nostra vita è una corsa a ostacoli e il traguardo è la tomba.
La dittatura serve a far tacere la gente, la democrazia a farla litigare.
La vita, comunque e dovunque la si viva, è un affare che non copre le spese. Per tutti.
Il mondo è un condominio tra la malvagità e la pazzia: l'una regna e l'altra comanda.
Il congiuntivo è l'indicativo dello scettico.
Chi prevarica appellandosi alla fatalità della vita o del proprio carattere, un'ora o un anno più tardi sarà colpito in nome delle stesse ineffabili ragioni.
Apri gli occhi, guardati dentro. Sei soddisfatto della vita che stai vivendo?
La vita ha ragione, in ogni caso.
Mentre perdiamo il nostro tempo tra indugi e rinvii, la vita passa.
La vita assomiglia ad una promozione di quelle che si vedono al supermarket: ogni cinque giorni di merda un week-end in omaggio!
La vita la si può fissare solo sui cuori e sulle pietre; il resto se ne va come le lunghe file di tronchi alla deriva sulle acque invernali.
La vita è ciò che gli ultimi di noi fanno provare alla maggior parte di noi, che gli ultimi sono la maggioranza.
Chi deve logorarsi la vita per sopravvivere non può goderla e chi va in cerca della sua vita non l'ha ancora e quindi non può goderla nemmeno lui: l'uno e l'altro sono poveri.
La vita è una brutta istituzione di non so chi. Non dura nulla e non vale nulla. Ci si rompe il collo a vivere.
La fortuna è un attimo, la vita è tutto il resto.