Scrivere è una forma sofisticata di silenzio.
La sconcertante scoperta di quanto sia silenzioso, il destino, quando, d'un tratto, esplode.
Era un americano e così sapeva, con lo stesso istinto che altri misero a frutto a Hollywood, che quel vino doveva essere semplice e spettacolare.
Pioveva la sua vita, davanti ai suoi occhi, spettacolo quieto.
Sarebbe una cosa terribilmente innaturale che noi due non diventassimo amici strettissimi.
La vecchia e cara Europa di Thomas Mann e degli antichi parapetti di Dresda non conta più nulla.
Scrivo, quindi sono.
Meglio usare la penna che le mani, è un modo più elegante di dare cazzotti.
Non scrivere mai per piacere al pubblico, ma per piacere a te.
La mia operazione è stata il più delle volte una sottrazione di peso; ho cercato di togliere peso ora alle figure umane, ora ai corpi celesti, ora alle città; soprattutto ho cercato di togliere peso alla struttura del racconto e al linguaggio.
Lavorate sul vostro piano editoriale: argomenti da trattare, fonti da tenere sott'occhio per trovare notizie e ispirazione, stile e tono di voce, persone da coinvolgere anche occasionalmente per guest post di varia natura.
Sfido chiunque nel suo momento più buio a scrivere le cose che lo rendono felice, anche quelle sciocchezzuole come l'erba verde o una conversazione amichevole con qualcuno in ascensore. Incomincerà a rendersi conto di quanto è ricco.
Scrivo perché mi piace scrivere. E mi piace scrivere perché facendolo mi sento vivere oltre che esistere.
Se è vero che bisogna possibilmente pensare come uno spirito grande, bisogna invece parlare la stessa lingua che parlano gli altri. Bisogna usare parole ordinane, ma dire cose fuori dell'ordinario.
Chi scrive chiaro, sa scrivere.
Come la negligenza nel vestire rivela disprezzo per la società nella quale si va, così lo stile affrettato, trascurato, cattivo rivela un offensivo disprezzo per il lettore, il quale poi lo ripaga giustamente non leggendo.