L'amore vero essendo infinito ed eterno, non può essere consumato che nell'eternità.
— Aldous Huxley
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La nostra interpretazione
L’idea che l’amore autentico sia infinito ed eterno sposta immediatamente il discorso fuori dai confini del tempo quotidiano. Non si tratta di un sentimento che nasce e muore all’interno di una biografia, ma di una forza che eccede le singole vite e le loro contingenze. Quando un legame è davvero profondo, non può essere misurato in giorni, anni, promesse o abitudini: tutto ciò che è temporale serve solo come veicolo parziale di qualcosa che tende oltre. Da questa prospettiva, nessun possesso, nessuna soddisfazione immediata, nessun consumo emotivo o fisico può esaurirlo. L’amore non è un bene da usare, ma un’esperienza di comunione che si rinnova di continuo e non si logora se vissuta con autenticità. La dimensione dell’eternità, in questo senso, non è solo religiosa o metafisica: è il luogo simbolico in cui ciò che è più alto nello spirito umano trova finalmente spazio illimitato. L’amore che non si lascia chiudere nei limiti dell’utile, dell’interesse o del desiderio passeggero apre una prospettiva vertiginosa sul senso dell’esistenza: se ciò che di più prezioso sperimentiamo non può finire, allora la nostra stessa vita diventa parte di un processo più vasto. Accettare questa visione significa riconoscere che ogni incontro autentico porta un’impronta che non si cancella, e che ciò che si dona con purezza non è mai definitivamente perduto, ma resta inscritto in una dimensione che oltrepassa la morte, il tempo e il consumo delle cose.