Ti odierò, se potrò; altrimenti ti amerò mio malgrado.

Ovidio
3

La nostra interpretazione

In queste parole emerge il conflitto interiore di chi vorrebbe liberarsi da un sentimento che lo domina, senza riuscirci davvero. L’odio viene evocato come tentativo estremo di difesa, come scelta razionale per mettere distanza, per proteggere la propria dignità e la propria vulnerabilità. Eppure, dietro l’intenzione di odiare, si intuisce che il legame è ancora troppo forte, che il cuore rimane avvinto anche quando la mente cerca di negarlo. L’amore viene allora vissuto come una sorta di condanna dolce e dolorosa: non è più libero, non è più sereno, ma continua ad esistere nonostante tutto, contro la volontà stessa di chi lo prova. Questo sentimento ambivalente mostra quanto possa essere complesso il rapporto con l’altro quando il desiderio e la ragione non vanno nella stessa direzione. Da un lato c’è il bisogno di affermare la propria autonomia emotiva, dall’altro la consapevolezza di non avere pieno controllo su ciò che si sente. La persona amata diventa insieme rifugio e tormento, presenza da cui si vorrebbe fuggire e alla quale, però, si è inevitabilmente richiamati. In questo paradosso si rivela la natura incoerente e appassionata dell’amore umano, capace di far convivere attrazione e rifiuto, desiderio di vicinanza e impulso alla fuga. La volontà cede di fronte alla forza emotiva, mostrando quanto i sentimenti possano superare ogni tentativo di imposizione razionale.

Altre frasi di Ovidio

Tutte le frasi di Ovidio

Altre citazioni sugli stessi argomenti