La vita ha le parola che può, la fiaba le parole che deve.
L'amore del momento non può essere la commedia dell'odio a lunga scadenza.
All'età di quattordici anni è cominciata la mia diseducazione. In Germania abitavo in una stanzetta con altri tre immigrati e la sera stendevamo le nostre mutande su un filo teso tra i letti a castello: stavo splendidamente.
L'omosessualità è un dono del cielo se la si vive senza abbagli e se si investe la sua passionalità nella propria solitudine.
Per la scrittura io ho fatto tutto, mi sono ridotto persino a vivere.
Il padre è sempre altrove: deputato a difendere la famiglia, di fatto è sempre fuori della familgia a progettare la società o difendere la patria, cioè se stesso, la sua radice vitale.
Se abbiamo bisogno di leggende, che queste leggende abbiano almeno l'emblema della verità! Mi piacciono le favole dei filosofi, rido di quelle dei bambini, odio quelle degli impostori.
Favola. Una piccola bugia per illustrare qualche importante verità.
Avete voi riso della favola della volpe e dell'uva? Io no, mai. Perché nessuna saggezza m'è apparsa più saggia di questa, che insegna a guarir d'ogni voglia disprezzandola.
"E vissero sempre infelici e scontenti." Così, per non ingannare il suo bambino termina le favole.
Quel che la favola ha inventato, la storia qualche volta lo riproduce.
Una fiaba che non menta non rivela alcuna verità, e questa sarebbe la sua più imperdonabile menzogna.
È giunta l'ora di farla finita con la favola millenaria secondo cui felicità, beatitudine e serenità sono mete desiderabili della vita. Troppo a lungo ci è stato fatto credere, e noi ingenuamente abbiamo creduto, che la ricerca della felicità conduca infine alla felicità.
Le favole non dicono ai bambini che i draghi esistono. Perché i bambini lo sanno già. Le favole dicono ai bambini che i draghi possono essere sconfitti.
Solo i miracoli sono reali, solo le favole sono vere.