Chi è convinto di farci del bene spesso ci rovina.
Amo i colori, tempi di un anelito inquieto, irresolvibile, vitale, spiegazione umilissima e sovrana dei cosmici "perché" del mio respiro.
Nessuno mi pettina bene come il vento.
La nevrosi è qualche cosa di circoscritto al pube.
Io mangio solo per nutrire il dolore.
C'è gente che parla per riempire il vuoto della sua intelligenza.
Possedere un bene non serve a niente se non si è pronti a perderlo. E i beni la cui perdita è più facilmente tollerabile sono quelli che, perduti, non possono essere oggetto di rimpianto.
Non dà gioia il possesso di nessun bene, se non puoi dividerlo con altri.
Concepire il bene non basta; bisogna farlo vittorioso fra gli uomini.
Come nella speranza o in qualunque altra disposizione dell'animo nostro, il bene lontano è sempre maggiore del presente, così per l'ordinario nel timore è più terribile il male.
Un bene che può essere dato, può anche essere tolto.
Meglio è non fare il bene che farlo e poi pentirsi d'averlo fatto.
Nessun bene si può avere al mondo, che non sia accompagnato da mali della stessa misura.
Qual è il bene maggiore? Una mente sempre consapevole del giusto.
Si dovrebbe pensare più a far bene che a stare bene: e così si finirebbe anche a star meglio.
Soltanto il bene che è ancora in noi può aiutarci a conseguire il meglio che ci manca.