Se volete combattere i dittatori, cominciate col primo: Dio!
Non vi lagnate, uomini, della Monotonia: è la nostra amica migliore.
La nostra solitudine è la nostra nobiltà. La nostra solitudine è la nostra gioia.
Moderno è l'uomo che pensa con il cervello proprio, non per ispirazione e autorizzazione di un'autorità religiosa o politica.
Si domandava perché la nascita di un bimbo è chiamata "lieto evento", ma non riusciva a trovare una risposta che lo convincesse.
L'infanzia è una anticipata e lunga agonia. Un lungo anelito. Un'aspirazione che sembra senza fine. Una attesa che non mostra di dover avere mai termine. L'infanzia è la disperata lotta per uscire dall'infanzia.
Chi dice di combattere la dittatura dall'interno è già complice.
In Italia a fare la dittatura non è tanto il dittatore quanto la paura degli italiani e una certa smania di avere, perché è più comodo, un padrone da servire.
I dittatori cavalcano avanti e indietro su tigri dalle quali non osano scendere. E le tigri diventano sempre più affamate.
La forza della dittatura è nei muscoli, non nel cuore.
Le dittature sono due: quella della libertà e quella dell'autorità.
Una concezione del mondo, non essendo mai disposta a fare a metà con un'altra, non può essere disposta a collaborare con un regime che essa condanna; ma sente il dovere di combattere questo regime e tutto il mondo d'idee degli avversari, con ogni mezzo, e di apprestarne il crollo.
Sono i dittatori che propongono soluzioni esaltanti e semplici per risolvere i mali del mondo.
Ogni stato è una dittatura.
I dittatori nascono nelle case dove non si osa dare un ordine alla serva.